In stand-by dal settembre 2021, sono ufficialmente entrati nel Codice della Strada con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il 23 maggio. Parliamo dei “parcheggi rosa”, riservati per legge alle donne in gravidanza e ai genitori – mamma e papà – con bambini fino ai 2 anni di età. «Ma io li ho già visti!» Vero, li abbiamo già visti nelle zone di parcheggio di supermercati o altri esercizi commerciali. O in prossimità di servizi pubblici essenziali: ospedali, asl, scuole, parchi pubblici, banche, uffici postali.
Prima, erano i Comuni a decidere se e dove prevederli, all’interno del proprio territorio di competenza. Il Codice della Strada riconosceva la possibilità di “riservare limitati spazi alla sosta” ad alcune categorie, tra cui potevano rientrare le donne in gravidanza. Oggi, esiste una legge nazionale che individua esplicitamente la categoria ed estende la previsione a tutte le strade pubbliche. Tuttavia, non sono un obbligo per i Comuni: restano un segno di attenzione per zone in cui la sosta può essere problematica. E resta nella facoltà delle amministrazioni scegliere di indicare un tempo massimo di utilizzo, spesso compreso tra 2 o 3 ore.
Per utilizzare i parcheggi rosa serve un contrassegno speciale, da richiedere al Comune di residenza e da esporre sul veicolo. Ogni Comune prevede una procedura di rilascio specifica, quindi è opportuno informarsi per essere sicuri dell’iter da seguire. Il permesso rosa è gratuito, ma potrebbero essere previste spese burocratiche come marche da bollo.
Come avviene per tutti i parcheggi riservati, per chi occupa le strisce rosa senza avere i requisiti richiesti scatta la multa. La sanzione prevista varia tra 87 e 344 euro. Chi ha il pass è sempre al sicuro? Attenzione: la sanzione – da 47 a 173 euro – è prevista anche per chi è in possesso del permesso ma non osserva le condizioni di sosta.