«Un sistema di trasporto che corrisponda ai bisogni economici, sociali e ambientali della società, portando al minimo storico le ripercussioni negative in questi tre sistemi» Risale al 2006 la prima definizione di “mobilità sostenibile”, che dobbiamo al Consiglio Europeo. Ad oggi, è una delle principali risposte utilizzate da governi di tutto il mondo per ridurre l’inquinamento e tutelare salute e ambiente.
Questo riguarda solo il trasporto pubblico? Vediamo qualche cifra in generale. In Italia, il trasporto è responsabile del 50% delle emissioni di ossidi di azoto, del 13% delle emissioni di particolato e del 23% delle emissioni totali di gas serra. Il 60% di questa ultima percentuale è da imputare alle auto. Quindi il tema della mobilità sostenibile coinvolge tutti noi.
È vero che – come ci informa la 5^ edizione del White Paper, pubblicazione di riferimento nel mondo della smart mobility – nel 2020 in Italia le immatricolazioni di veicoli sono calate del 28%. Cioè, abbiamo messo su strada 535.000 nuove vetture in meno rispetto all’anno precedente. Ma è anche vero, prosegue il White Paper, che con la pandemia l’auto è diventata il mezzo preferito per spostarsi. Un italiano su due considera l’auto il mezzo più sicuro, mentre solo da due italiani su cinque utilizzano i mezzi pubblici .
Anche in Italia la mobilità smart è supportata dal Governo: 663.710 i cittadini hanno utilizzato i bonus legati alla mobilità a basso impatto ambientale. Ma se non possiamo passare all’auto elettrica, possiamo comunque dare un contributo. L’ecodrive, la guida ecologica, è un allenamento specifico che consente di ridurre emissioni nocive, usura del veicolo e consumi di carburante. Conviene all’ambiente e conviene a chi guida!
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