Un’auto parcheggiata al sole può facilmente diventare una trappola mortale. Lo confermano – purtroppo – recenti fatti di cronaca. Pensiamoci, prima di lasciare il nostro cane in auto, al caldo estivo!
«Ma mi allontano solo per una mezz’ora…» capita spesso di pensare, nella convinzione che non ci saranno conseguenze. Bene. Uno studio recente della Stanford University ha misurato l’aumento di calore all’interno dell’abitacolo di un’auto scura, parcheggiata sotto il sole. Con una temperatura esterna di 22 gradi, ogni 5 minuti la temperatura nell’abitacolo cresce di 3,2 gradi: in mezz’ora si arriva quasi a 40 gradi. Se siamo in estate piena – diciamo, 30 gradi – la temperatura interna dell’auto sale a 43 gradi in un quarto d’ora, dopo mezz’ora schizza a 49. In un’ora, siamo a 54 gradi.
Se il veicolo è chiaro, non cambia molto: nei primi 20 minuti le automobili scure si riscaldano più in fretta, ma in un lasso di tempo più lungo la differenza di temperatura rispetto alle auto scure è minima. «Ma se lascio i finestrini leggermenti aperti?» No, non serve. Lo studio della Stanford e uno ulteriore del Touring Club svizzero stabiliscono che le variazioni sono di un paio di gradi.
Temperature insopportabili per un adulto in salute, figuriamoci per un cane. I cani sopportano il cado molto peggio dell’uomo: non sudano e utilizzano un sistema di “raffreddamento ad aria”, disperdendo il calore attraverso il respiro. Già a 41° di temperatura corporea sono a serio rischio di colpo di calore, a 44° subentrano invece gravi danni alla circolazione con conseguenze pesantissime, quasi sempre mortali.
È bene ricordare che lasciare il cane in auto, al caldo, potrebbe configurare un reato penale. L’ articolo di riferimento è il 544 ter, secondo il quale: “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione a un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro“. La pena è aumentata della metà se dai fatti deriva la morte dell’animale.