Sappiamo che esiste, ma sappiamo come funziona? La patente a punti è un sistema che affianca le sanzioni già previste dal Codice della Strada, introdotto in Italia nel luglio 2003.
Ad ogni patente viene assegnato un punteggio iniziale di 20 punti, che si riducono ogni volta che si commette un’infrazione di una certa gravità. L’articolo 126 bis del Codice della Strada indica il sistema di punteggio con le relative infrazioni. Per ogni violazione, possiamo sapere in anticipo quanti punti patente perderemo; si va da un minimo di 1 a un massimo di 10 punti.
Esempio: chi viene sorpreso alla guida senza cintura di sicurezza pagherà una multa e subirà in più la decurtazione di 5 punti patente. Quali sono le violazioni che “costano” 10 punti? Vediamo alcune. Guidare in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti; superare di oltre 60 km/h il limite di velocità: sorpassare in situazioni pericolose; darsi alla fuga dopo un incidente grave.
Nel verbale di infrazione gli agenti specificano il numero di punti decurtati, comunicandolo al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Contro la decurtazione dei punti patente si può presentare ricorso al prefetto oppure al giudice di pace, rispettivamente entro sessanta e trenta giorni dalla notifica del verbale. Una volta trascorso il termine indicato per fare ricorso, il MIT registra la diminuzione di punteggio in via definitiva e ne invia comunicazione al trasgressore, indicando le modalità per il recupero dei punti.
Come si controlla il “saldo” dei punti patente? Niente più lettera spedita a casa dalla Motorizzazione Civile. A seguito di una recentissima modifica di legge, il controllo è possibile solo attraverso il Portale dell’Automobilista (il portale di servizi e informazioni del MIT), accessibile con SPID, oppure scaricando l’app gratuita iPatente.