Patenti, l’età non basta

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Patenti, l’età non basta

Il Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti (ETCS) chiede al legislatore di Bruxelles di individuare nuovi criteri di valutazione dell’idoneità alla guida. La patente di guida europea, obbligatoria dal 2013, è un modello adottato da tutti gli Stati della UE, che riporta dati omogenei ed è valida su tutto il territorio dell’Unione. Le modalità di rilascio non sono però uguali per tutti.

Il parametro prevalente è – ovunque – quello dell’età. Ma uno studio recente presentato dall’ETCS richiede di valutare con maggior attenzione alcune situazioni particolari, finora trattate in maniera nei diversi Stati membri. Da tenere sotto controllo, secondo il Consiglio, soprattutto i disturbi mentali, le dipendenze da alcool, medicinali o droghe, ma anche epilessia e diabete. 

In generale, lo studio evidenzia la mancanza di dati attendibili a livello europeo sulle interazioni fra condizioni cliniche dei conducenti e incidenti stradali. Solo la Finlandia fornisce analisi sistematiche che evidenziano – nel quinquennio 2014-2018 – un 16% di incidenti mortali imputabili a patologie dell’automobilista.

In Italia, i controlli da superare per ottenere la patente sono piuttosto accurati. Ma è importante che in tutta Europa si adotti uno standard unico, che garantisca guidatori “sicuri” qualunque sia lo Stato che ha rilasciato la patente. Quali sono le proposte avanzate dal Consiglio? Vediamo le principali.

Prima proposta,  “patenti condizionate” che consentano a soggetti rischio lieve di continuare a guidare, ma con limitazioni. 

L’ETCS propone poi di uniformare la tipologia di controllo medico da superare. I controlli sono previsti ovunque, ma attualmente possono variare – da Stato a Stato – dall’autovalutazione del richiedente, alla visita medica generica, alla visita in un centro ad hoc. Si raccomanda inoltre una formazione specifica standard per i valutatori e l’adozione di linee guida chiare e uguali ovunque.

Previsto anche il coinvolgimento dei medici di famiglia, figure cardine nell’individuazione dei soggetti affetti da patologie o dipendenze. A loro spetterebbe anche il ruolo di assistere questi soggetti “a rischio” nelle scelte – il più possibile condivise – di riduzione o interruzione dell’attività di guida. 

E ancora, maggiore informazione. Il Consiglio chiede un’etichettatura più chiara e ampia per i farmaci che possono influire sulle capacità di guida, insieme a specifiche campagne di sensibilizzazione.

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