“Don’t mix’em”, non mescolarli! Alcol e guida sono un’ “accoppiata perdente”. Non è un caso se i limiti di legge sono piuttosto restrittivi: per la normativa vigente, è consentito mettersi alla guida con un tasso di alcolemia massimo di 0,5 g/litro. Per i neopatentati e per i guidatori con meno di 21 anni la legge è ancora più severa: il limite è pari a zero, chi ha bevuto – anche pochissimo – non deve guidare. Una precisazione: in relazione all’assunzione di alcolici (e ai limiti di velocità) si è considerati “neopatentati” per i primi 3 anni dal conseguimento della patente.
Com’è noto, l’alcol influenza diverse funzioni cerebrali (percezione, attenzione, tempi di reazione cc.), con effetti diversi e strettamente correlati alla quantità di alcool presente nel sangue, cioè al tasso alcolemico. Quanto possiamo bere per evitare di raggiungere il limite di legge? I fattori che entrano in gioco sono diversi: peso, sesso, tipo di bevanda, tempo trascorso dall’assunzione dell’alcolico e alcol deidrogenasi, un enzima in grado di distruggere la molecola dell’alcol prima che entri in circolo nel sangue. Ognuno di noi produce una diversa quantità di questo (utile) enzima ed è per questo che qualcuno “regge” l’alcol meglio di altri; in generale, le donne ne producono una quantità minore. A questo link del Ministero della Salute si possono consultare le tabelle che descrivono i livelli teorici di alcolemia raggiungibili e i principali sintomi legati ai diversi livelli di concentrazione alcolemica. Noi vogliamo ricordare che i primi effetti negativi dell’alcol si riscontrano già al di sotto del limite di legge, con valori di 0,2 g/litro; quindi massima prudenza e, se potete, affidate il volante a qualcun altro!